L’Europa post-carolingia vide il consolidamento di una società guidata da una classe aristocratica variegata ma dal sempre più accentuato carattere militare. Al vertice di questa società, duchi, conti e signori insistevano orgogliosamente sull’origine carolingia dei propri diritti e del proprio potere che esercitavano di fatto tramite i loro milites, i guerrieri, parola che verso l’XI secolo divenne sinonimo di chevalier. Fu nel contesto di questa civiltà guerriera così legata culturalmente ai tempi ormai semi-mitici dell’impero di Carlomagno, che nacque e si affermò la chanson de geste.

È indubbio che poemi eroici esistessero ben prima dell’anno Mille. Molti dei personaggi che popolano i cicli molti compaiono già in fonti letterarie latine come, ad esempio, il cosiddetto “Frammento dell’Aia” per il ciclo di Guglielmo d’Orange. È bene, dunque, non confondere il momento della nascita del poema epico antico francese con le prime versioni manoscritte delle chanson de geste, spesso incomplete e sopravvissute in maniera fortuita.

Questo nuovo genere, espresso in lingua d’oil, si caratterizza per essere il primo genere poetico ben definito e strutturato. I versi, principalmente decasillabi (cioè con l’accento sulla nona sillaba), erano raggruppati in lasse (che oggi potremmo chiamare stanze o strofe) di lunghezza variabile ma legate da un’abile richiamo di rime oppure di assonanze. Tecnicamente, ogni lassa era di per sé autosufficiente ma quando si raggiungeva un punto saliente della storia narrata, si potevano trovare lasse incatenate che riprendevano alcuni versi finali di quella precedente. 

Studi condotti nella metà del Novecento, in particolar modo quelli del critico e filologo inglese Sir Cecil Maurice Bowra, hanno individuato all’interno del corpus (circa 70-80 componimenti) delle Chanson una serie di tratti comuni tra le opere. Innanzitutto, l’argomento raccontato viene presentato come realmente accaduto, anche se in alcuni componimenti il contesto storico non viene chiarito in tutte le sue forme. La narrazione, invece, segue le vicende di due gruppi contrapposti facendo emergere chiaramente la figura dell’eroe che sarà il protagonista. Questo eroe incarna i valori della società che rappresenta e che si riconosce in lui facendolo diventare un vero e proprio modello di virtù. La voce dell’autore, infine, non farà mai ingresso nella narrazione esprimendo pensieri e considerazioni personali. 

Andando più nello specifico degli argomenti trattati dalle Chanson, c’è da dire che l’azione ruota intorno allo scontro armato che, il più delle volte, si traduce in una campagna di conquista da parte di un re cristiano, oppure nella strenua lotta contro gli infedeli che minacciano la stabilità del regno. La tematica amorosa è quasi del tutto assente dalla scena, mentre valori come l’onore, la fede cristiana e la fedeltà verso i compagni di battaglia sono i pilastri portanti di questo genere letterario. 

Data la grande fortuna di questo genere poetico, popolare dall’XI al XIII secolo, risulta necessaria una classificazione del materiale narrativo. Tre grandi filoni, che non vanno mescolati tra loro, emergono da questa catalogazione. La materia di Francia che racchiude in sé quasi la totalità delle Chanson de geste che ci sono pervenute. La materia di Bretagna, che invece tratta delle imprese di re Artù e dei suoi cavalieri seguendo però il genere del romanzo che si svilupperà successivamente. Ed infine, la materia di Roma, che mescola, tramite figure come Giulio Cesare e Alessandro III di Macedonia, elementi della classicità romana alla mitologia greca presentando il tutto come esempio di cavalleria moderna. 

Di tutta la materia di Francia, gli stessi contemporanei iniziarono a creare dei veri e propri cicli narrativi raccogliendo i componimenti che avevano tematiche o personaggi affini. È così possibile dividere l’intera materia in almeno tre cicli. Il ciclo del re che racconta le imprese di Carlo Magno di cui la Chanson più famosa, e più antica, è quella di Orlando. Il ciclo Narbonese che concentra la sua attenzione al sud della Francia e alle lotte contro i Saraceni. L’ultimo, infine, è il ciclo dei vassalli ribelli che si compone di canzoni che ruotano intorno alla guerra civile tra monarchia e vassalli insoddisfatti del re. 

La grande fortuna di questo genere, oltre alla vasta produzione a noi pervenuta, è evidente anche nel fatto che tutto il mondo dei cavalieri e delle Chanson durerà poi anche oltre il Medioevo. In epoca rinascimentale, infatti, grandi opere come L’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso saranno molto influenzate dalla produzione medievale della Francia dell’XI, XII e XIII secolo. 

 

Vincenzo Scarpati

 

Per approfondire: 

Bowra Cecil Maurice, La poesia eroica, 2 voll., traduzione a cura di Beniamino Proto, La Nuova Italia, Firenze, 1979. 

Mancini Mario (a cura di), La letteratura francese medievale, Il Mulino, Bologna, 1997. 

Varvaro Alberto, Letterature romanze del medioevo, Il Mulino, Bologna, 1985. 

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Written by : Redazione

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