Cari amici medievaleggianti, il film di cui vi parlerò oggi è uno di quelli sui generis da non prendere troppo sul serio. Outcast – L’ultimo templare è la prima pellicola dello stuntman Nick Powell, uscito nelle sale cinematografiche nel 2014, con protagonisti Nicolas Cage, Hayden Christensen e Liu Yifei.

Il film si apre, in un certo senso, in maniera classica: XII secolo, Medio Oriente, battaglia in corso di una crociata. I veri cristiani contro gli infedeli arabi, che in questo caso perdono la battaglia. Al grido di “Dio lo vuole!” i templari si lanciano all’assalto del palazzo reale. Lì però assistiamo al primo passo indietro di uno dei personaggi principali: Gallian (Cage) rimane scioccato dalla brutalità e dalla sete di sangue di Jacob (Christensen) il suo allievo. Il sangue ha macchiato le loro spade e le loro anime e da questo preciso momento in poi la storia non sarà più la stessa.

Lo scenario di colpo cambia e ci ritroviamo tre anni dopo in Cina dove un re morente deve scegliere chi sarà il suo erede. Se a tutti viene da pensare che il nuovo re sarà il figlio maggiore, lo spettatore resterà sorpreso perché l’erede al trono sarà il suo figlio più giovane di quattordici anni Zhao. Lui e la sorella Lian, consci del pericolo in cui si trovano, scapperanno dal palazzo reale con il sigillo imperiale, per raggiungere la città designata al fine di concludere la successione. Il viaggio non sarà così semplice e anzi saranno ben presto braccati da Shing, il primogenito, che, ritornato dall’ennesima guerra, ucciderà il padre dopo aver appreso di non essere il futuro re. 

Da qui inizia il viaggio, più una fuga, che farà incontrare tutti i nostri protagonisti. Jacob, ex templare rifugiatosi nell’Est, dopo un incontro turbolento, accetterà di scortare Zhao e Lian fino alla loro meta, affrontando insieme peripezie e combattimenti e stringendo sempre di più il rapporto che li lega. Il tutto sempre cercando di sfuggire alle temibili “Guardie Nere”, l’esercito di Shing. La fuga è lunga ed estenuante ed un alleato è l’unica opzione per sopravvivere.

Così si recano sulla montagna argentata per chiedere l’aiuto del famigerato “Fantasma bianco” che altri non è se non Gallian. Il risentimento tra Jacob e il suo mentore è ancora palpabile nell’aria dopo tutti questi anni, ma entrambi alla fine comprendono di dover condividere il peso delle loro colpe per sconfiggere il principe sanguinario e portare sul trono il vero re. Ed è in questo momento che si arriva allo scontro finale, dove Gallian perde la vita e Jacob rimane ferito. Il bene però alla fine trionferà ed il giovane Zhao giungerà incolume alla destinazione.

 

Per quanto riguarda la storia beh, che dire, è un altro bel pasticcio all’americana. Se L’ultimo dei templari ci aveva fatto sorridere per la lunga carrellata di cliché, Outcast – L’ultimo templare riesce addirittura a sorprenderci. Nicolas Cage, in questo senso, è sempre una garanzia.

Il film, più che una storia verosimile, somiglia più ad una fiaba dove Occidente e Oriente si incontrano. Se il connubio tra questi due mondi ha trovato una buona interpretazione in Last Knights, qui invece lo troviamo un po’ zoppicante per diverse ragioni. Innanzitutto l’assenza di riferimenti storici precisi che non ci aiuta ad immergerci nelle ambientazioni della pellicola. Da quello che possiamo evincere, dovremmo trovarci durante la “Crociata dei Tre Sovrani” anche se non si capisce bene in quale delle tante battaglie.

Per quanto riguarda la famiglia dell’imperatore morente, invece, con molta probabilità stiamo parlando della dinastia Song, presente in Cina dal 960 al 1279, anche se non risultano riferimenti ai protagonisti della pellicola. Ovviamente anche i nomi dei nostri cavalieri templari, che in realtà sembrano più teutonici, non ci fa suonare nessun campanello. Di una cosa siamo abbastanza sicuri però, nessun cavaliere medievale portava il doppio taglio contemporaneo con il ciuffo ben impomatato, ma immagino sia stata una scelta stilistica per far risaltare il protagonista.

Non scherza neanche la controparte cinese della pellicola, dove i personaggi sembrano usciti più da un manga che da un periodo storico. Improbabile, neanche a dirlo, l’amore che sboccia tra il guerriero e la principessa. Lasceremo a voi il resto delle considerazioni su questo prodotto, bistrattato da critica e pubblico tanto da far annullare il progetto di realizzare il sequel.

Diciamo che è un film che, se non visto nella giusta ottica, può lasciare perplesso lo spettatore come King Arthur – Il potere della spada, con la differenza che Outcast non ha avuto le stesse manie di onnipotenza. Se avete voglia di un film leggero e anche un po’ stereotipato allora questa pellicola fa per voi, vi strapperà anche qualche sorriso secondo me! Se invece avete voglia di un vero film sulle crociate, potete sempre ripiegare su Le crociate di Ridley Scott, con lui non si sbaglia mai.

Martina Corona

 

Per approfondire:

FLORI JEAN, Le crociate, Il Mulino, Bologna 2003.

ADSHEAD SAMUEL, T’ang China: The Rise of the East in World History, Palgrave Macmillan, New York, 2004.

VOGELSANG KAI, Cina. Una storia millenaria, Einaudi, Roma, 2014.

 

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Written by : Redazione

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