“Nuvole oscure si addensano sul cielo di Firenze e il tempo sta scadendo. Il nemico è più vicino di quanto pensassi. La battaglia finale è alle porte. Ogni uomo è mortale. Ogni vita giunge alla fine. Ma alcune cose non cambieranno mai. Noi siamo gli Auditore di Firenze. Noi siamo Assassini.” ― Giovanni Auditore

 

Una saga che non ha certamente bisogno di presentazioni, quella di Assassin’s Creed. Iniziata nel 2007, con la pubblicazione del primo titolo da parte di Ubisoft, è con il secondo capitolo, Assassin’s Creed II, che ottene il successo che meritava. Ma quali sono le ragioni del successo di questo titolo, uscito nel 2009 e considerato non solo uno dei migliori videogiochi della saga ma addirittura dell’intero panorama videoludico?

Tra i punti a favore ci sono sicuramente trama e personaggi. Il giocatore si cala nei panni di Desmond Miles, che abbiamo conosciuto nel precedente capitolo, un giovane rapito dalla misteriosa multinazionale farmaceutica Abstergo. Lo scopo di questa società è accedere ai ricordi degli antenati del protagonista grazie ad un macchinario chiamato Animus, in grado di leggere le informazioni ed i ricordi contenuti nel D.N.A. e ricrearli in un ambiente virtuale, dove i soggetti sottoposti al trattamento sono in grado di rivivere le memorie. Così, nel primo capitolo, Desmond si trova a rivivere gli eventi della vita del suo antenato Altaïr Ibn-La’Ahad, vissuto in Asia Minore durante la Terza Crociata. Tra intrighi, tradimenti e combattimenti, veniamo così a conoscenza della storia alla base dell’ambientazione dove si muovono i protagonisti delle vicende, un mondo dominato dalla lotta tra due fazioni che si muovono nell’ombra: la Confraternita degli Assassini, che si batte per la libertà di tutti gli individui ed a cui appartengono Desmond e Altaïr, e l’Ordine dei Templari, che invece mira al dominio assoluto sull’umanità e di cui l’Abstergo è una delle facciate pubbliche. L’obbiettivo dei ricercatori che hanno sviluppato l’Animus è quello di trovare, nei ricordi dei soggetti sottoposti all’esperimento, la posizione di determinati oggetti chiamati Frutti dell’Eden, vere e proprie reliquie dotate di quelli che, all’inizio, appaiono come poteri soprannaturali. Il primo capitolo si conclude con la scoperta di numerosi segreti da parte del protagonista, e con la realizzazione che alcune delle abilità del suo antenato, come i riflessi o la capacità di percepire chi gli è ostile, sono state acquisite in qualche modo anche da lui.

Un mondo simile al nostro, quindi, ma in cui molte delle teorie cospirazioniste che popolano Internet, e non solo, si rivelano come vere. Ed è in questo mondo che ci ritroviamo in Assassin’s Creed II, continuando la storia di Desmond, ma spostandoci nei ricordi di un altro suo antenato: Ezio Auditore. Vissuto durante il periodo del Rinascimento, nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, il nostro protagonista si troverà ben presto a vivere in prima persona alcuni degli eventi più importanti della storia fiorentina ed italiana, incontrando diversi personaggi storici, alcuni dei quali affiliati alle due fazioni che combattono nell’ombra, e plasmando non solo il suo destino ma anche quello dei suoi discendenti.

Una storia, come quella di Altaïr, ricca di colpi di scena e che si dipana in diversi titoli. A differenza del primo capitolo, che nonostante alcuni spin-off pubblicati su console portatili, inizia e finisce nell’arco narrativo dello stesso, le avventure di Ezio sono state invece raccontate in tre titoli, una trilogia all’interno della più ampia trilogia dedicata a Desmond. Un successo di vendite e critica, i tre titoli della saga di Ezio Auditore – Assassin’s Creed II, Assassin’s Creed: Brotherhood e Assassin’s Creed: Revelations, contribuirono anche al far conoscere il titolo al dì fuori del mondo videoludico. Fumetti, libri e mini serie che contribuirono ad espandere l’ambientazione e le storie dei personaggi, non solo di Ezio e dei suoi compagni ma anche di coloro che venivano incontrati nel “presente” da Desmond, un 2012 in cui sarebbe dovuto finire il mondo.

Per evitare questa minaccia Desmond, e noi con lui, viaggia nei ricordi di Ezio, e vivendo con lui diversi eventi, arrivando fino in Asia Minore sulle orme di Altaïr, di cui torneremo anche a vivere alcune memorie. Ma fra i tre personaggi di cui indosseremo i panni, è sicuramente Ezio il più carismatico. All’inizio delle nostre avventure, ci troveremo ad impersonare un ragazzo giovane e scapestrato, più interessato alle ragazze ed alle risse che alla politica fiorentina. Una mentalità che il giovane si troverà, fin dalle prime battute, costretto ad abbandonare in seguito alla Congiura dei Pazzi, di cui rimarranno vittima il padre, Giovanni, ed i due fratelli. Una congiura, scopriremo nel corso del gioco, ordita dall’Ordine dei Templari, ma che è solo il primo passo di un piano più grande ordito dalla famiglia Borgia, anch’essa parte dei Templari e che mira ad ottenere il controllo non solo dell’Italia, ma del mondo intero, grazie ad uno dei misteriosi Frutti dell’Eden, già incontrati nel primo capitolo. Una crescita forzata, come abbiamo detto, quella di Ezio, che da giovane nobile si ritroverà non solo a combattere per vendicare i famigliari, ma anche a dover badare a quelli rimasti, prima, ed allo stesso Ordine degli Assassini, poi, di cui faceva parte anche il padre e che dovremo difendere dalle macchinazioni dei Templari, per poterlo far tornare all’antica gloria.

Non solo narrativamente parlando. La ricostruzione dell’Ordine, infatti, si baserà sul reclutamento di vari personaggi che incontreremo nei titoli, di cui dovremo guadagnarci la fiducia. A questo si accompagneranno anche opere di ristrutturazione di vere e proprie basi per le avventure del protagonista, in primis la città di Monteriggioni, casa dello zio di Ezio, Mario Auditore, che ci troveremo ad amministrare nel primo titolo della trilogia e di cui potremmo scoprire i segreti.

Oltre a Monteriggioni e Firenze, visiteremo Venezia, Roma, Costantinopoli, solo per citarne alcune. Ma la maggior parte delle nostre avventure avranno luogo a Firenze, Roma e Costantinopoli. Come già accaduto nel primo capitolo con Gerusalemme, e che possiamo osservare anche nei titoli successivi, la grande cura che gli sviluppatori di Ubisoft hanno riservato alla ricerca storica di eventi e personaggi ha assunto quasi un livello maniacale per la ricostruzione, nel mondo di Assassin’s Creed, dei luoghi storici di queste città. Pur mantenendo delle libertà artistiche, necessari allo svolgimento della trama e per motivi di giocabilità, il dettaglio raggiunto nel ricreare monumenti, palazzi ma anche locande e case, strade e ambienti esterni, è stato un altro dei punti di forza che ha contribuito al successo di questo titolo.

Ma non dobbiamo dimenticare il gameplay. Riveduto e corretto grazie al feedback dei giocatori che vestivano i panni di Altaïr, il ventaglio di possibilità a nostra disposizione risultava notevolmente ampliato, andando ad implementare varie mosse e tecniche di parkour cittadino. Ampliato risultava anche l’armamentario a cui poteva attingere Ezio, non solo dovuto al progresso tecnologico rispetto al periodo delle Terza Crociata, ma anche grazie all’amicizia che il nostro protagonista stringeva con Leonardo da Vinci, solo una delle molte figure storiche che si incontrano nel corso del gioco, nonché uno dei pochi personaggi, al di fuori degli appartenenti agli Assassini o ai Templari, in grado di utilizzare un Frutto dell’Eden.

 

Trama ed ambientazioni, ricreazione degli ambienti storici, gameplay. Questi sono gli elementi che hanno contribuito a rendere le avventure di Ezio Auditore il successo commerciale e di critica che è stato. Un successo ancora adesso visibile e giocabile, pur mostrando i segni dell’età, soprattutto nel motore grafico. A questo purtroppo vanno aggiunti diversi problemi della versione per pc, una problematica in realtà comune a molti titoli quando si parla di adattamenti di giochi per console e non direttamente sviluppati per questa piattaforma.

Ma nonostante questo, Assassin’s Creed II – insieme a Brotherhood e Revelations – è un titolo che vale la pena giocare, anche solo per poter visitare l’Italia del Rinascimento.

 

Dario Medaglia

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Written by : Redazione

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