Cari amici medievaleggianti è arrivato anche quest’anno il momento di consigliarvi un film dark per la festività di Halloween. Se l’anno scorso vi ho parlato de Il mistero di Sleepy Hollow oggi vi consiglio una pellicola sulla falsa riga de L’ultimo dei templari. Sto parlando di Black Death – un viaggio all’inferno, uscito nelle sale cinematografiche americane nel lontano 2010, mentre da noi direttamente in dvd l’anno dopo.

Anno 1348, Inghilterra. La peste dilaga e tra la popolazione si fa strada la voce che ‘la morte nera’ sia la punizione divina per i peccati dell’uomo. Uomini, donne e bambini giacciono esanimi in mezzo alle strade, colpiti da un’epidemia che non fa distinzione tra i ceti sociali. In questo marasma di morte e disperazione, troviamo Osmund, un novizio innamorato segretamente di Averill, ragazza che dallo stesso uomo di chiesa viene invitata a fuggire. Lei aspetterà il suo amato tutte le mattine per una settimana nella foresta, se lui non verrà lei sparirà per sempre. Dilaniato dall’amore sacro per Dio e quello profano per la fanciulla, il giovane Osmund chiede a Dio un segno che gli indichi la via da seguire. Ed il Signore non tarda ad esaudire le preghiere del ragazzo. 

Nel monastero, infatti, arrivano gli emissari del vescovo capitanati dall’integerrimo Ulrich che informa i monaci dell’esistenza di un villaggio non toccato dalla peste, dove si vocifera ci sia un negromante. Nonostante le reticenze dei suoi colleghi, Osmund si offre volontario per far loro da guida e trovare questo villaggio isolato nei pressi della palude. Inizia così un viaggio all’inferno, costellato da morte, combattimenti, streghe e dicerie che porteranno questi uomini di Dio all’interno del famigerato villaggio. In questo paesino sperduto troveranno Hob e Langiva, una donna bellissima esperta di erbe mediche, ad accoglierli e qui verrà messa alla prova la fede di tutti loro. Se Ulrich non cede nemmeno sotto il peso della tortura, il discorso è diverso per Osmund che si troverà a dover affrontare il suo peggior incubo. 

I riferimenti storici nella pellicola sono volutamente vaghi e lasciano molto spazio agli stereotipi che tutti conosciamo. Troviamo infatti fervidi uomini di fede, che ricordano il prototipo dell’inquisitore, streghe o rimandi ai loro processi, dicerie e terrori che noi attribuiamo al Medioevo, guerrieri mercenari stereotipati e la fantomatica figura del negromante, in realtà poco comune nell’Età di Mezzo, capace di riportare in vita i morti. Per non farci mancare nulla c’è anche un piccolo cameo dei flagellanti (che sembrano più moderni che medievali), immancabili in questo tipo di pellicola. L’unico riferimento reale è quello alla battaglia di Crécy che vide contrapposti gli eserciti francesi e inglesi durante la famosa “Guerra dei Cent’anni”. Nella pellicola viene attribuita a questa particolare battaglia e alla sua ferocia “lo scatenarsi della morte sulla terra”.

Nonostante il film lasci il tempo che trovi, è interessante lo spunto di riflessione finale: quanto incide la suggestione personale su ciò che accade intorno a noi? E quanto ci cambia quello che viviamo? Black death – un viaggio all’inferno è un film consigliato se avete voglia di guardare una pellicola non impegnativa e senza nessuna pretesa storica. Se avete voglia di qualcosa di più “spettacolare” e grottesco, allora vi consigliamo senza dubbio “L’ultimo dei templari”, Nicolas Cage è sempre una garanzia.

 

Martina Corona

 

Per approfondire:

ATCHER JOHN, La morte nera. Storia dell’epidemia che devastò l’Europa nel Trecento, Bruno Mondadori, Milano 2014.

CAPITANI OVIDIO, Morire di peste: testimonianze antiche e interpretazioni moderne della “Peste nera” del 1348, Patròn Editore, Bologna 1995.

COHN NORMAN, I demoni dentro. Le origini del sabba e la grande caccia alle streghe, Unicopli, Milano 1994.

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Written by : Redazione

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