In questa settimana tematica dedicata alle figure femminili del Medioevo, non potevamo non parlare di Giovanna d’Arco.

Su Giovanna abbiamo scritto molto. Dal punto di vista storico, analizzando la sua vita e il processo; da quello commerciale, scoprendo le varie reinterpretazioni della sua figura. Oggi, con questo articolo, vedremo una delle trasposizioni forse più controverse della figura della “Messaggera di Dio”.  

Giovanna d’Arco è un film di Luc Besson uscito nelle sale cinematografiche nel lontano 1999. La pellicola vanta un cast eccezionale:

  • Milla Jovovich
  • John Malkovich
  • Dustin Hoffman
  • Vincent Cassel 
  • Timothy West.

Nonostante le alte pretese e la campagna pubblicitaria da kolossal, critica e pubblico hanno stroncato duramente il film. Vediamo perché.

Tutti, volenti o nolenti, conoscono la storia di Giovanna d’Arco. Una ragazza che riceve la chiamata da Dio e che si presenta al re di Francia per condurlo alla vittoria contro gli inglesi.

Dopo essere stata catturata, non verrà riscattata dal suo Paese, la Francia. Infine, al termine di un lungo processo, verrà dichiarata eretica relapsa e bruciata sul rogo a Rouen il 30 maggio 1431. Quasi 500 anni dopo, Giovanna d’Arco sarà canonizzata e diventerà la Santa Patrona di Francia.

Una storia, quella di Giovanna, che è stata scritta e riscritta infinite volte, ora valorizzandone un aspetto ora rileggendola in chiave contemporanea.

Se da una parte è innegabile che la pulzella d’Orleans sia veramente un personaggio storico sui generis, dall’altra enfatizzarne all’inverosimile la vocazione risulta stucchevole. Questa, se dovessimo sceglierne una, è la pecca del film di Luc Besson.

Il regista, infatti, sceglie di rileggere la storia di Giovanna d’Arco in chiave estatica, come se tutto il percorso della protagonista ruotasse attorno a queste visioni spasmodiche e fuori controllo.

La figura della messaggera di Dio viene ridotta a una ragazza in preda ad allucinazioni e crisi isteriche che alla fine la porteranno, nei discorsi con la sua coscienza, a rinnegare la convinzione che sia stata scelta da Dio.

Il personaggio di Giovanna, così come i comprimari, non vengono approfonditi né contestualizzati ma servono soltanto allo scopo di spettacolarizzare battaglie e carneficine, senza lasciare spazio a riflessioni più profonde.

Per chi cerca un film sulla figura di Giovanna d’Arco in chiave storica, questo sicuramente non le rende giustizia. Chi invece vuole dare la sua opinione su una pellicola controversa, auguratevi di sopravvivere alle due ore e quarantacinque di proiezione.

Un merito, però, bisogna riconoscerlo a Besson. Il suo tentativo di trasposizione filologica si riconosce soprattutto verso la fine, quando durante il processo cita gli interrogatori reali a cui fu sottoposta Giovanna e che lasciano trasparire cosa portò gli ecclesiastici a dubitare della sua vera fede.

Giovanna d’Arco, a prescindere dalle riletture di Besson e colleghi, fu sicuramente una personalità storica che condizionò il corso degli eventi. Un ruolo determinante lo giocò il suo esser donna. Ad oggi, dopo 600 anni, la Pulzella si presenta ancora come fonte di ispirazione e, perché no, simbolo di coraggio e di fede.

Non bisogna fare l’errore di rileggere la sua figura con gli occhi di noi contemporanei, ma una cosa possiamo dirla: Giovanna d’Arco è stata, è e sarà sempre un personaggio storico emblematico ed affascinante, che non ci farà mai smettere di indagare e di sognare.

 

Martina Corona

 

Per approfondire:

Giovanna d’Arco, la pulzella d’Orleans: da messaggera di Dio a strega eretica

Giovanna d’Arco: dal rogo alla santità

Giovanna d’Arco, il Giano bifronte della politica francese

Giovanna d’Arco in musica

Giovanna D’Arco di Leonard Cohen raccontata da Fabrizio De André

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Written by : Redazione

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