In questo articolo noi di Medievaleggiando vi vogliamo parlare della raccolta medievale nota come Carmina Burana.

Il codice confezionato attorno al 1230 tramanda testi che si collocano fra la seconda metà del XII secolo e il primo quarto del XIII secolo. 

La scoperta, invece, risale agli inizi del XIX secolo nell’abbazia benedettina bavarese di Benediktbeuern (Bura Sancti Benedicti). Il codice è ora conservato presso la Biblioteca statale di Monaco.

Il manoscritto è pregevole non solo per il suo contenuto ma anche perché presenta delle miniature. La più famosa è quella della Ruota della Fortuna cui sono appesi due sovrani, forse Federico II ed Enrico VII. Altre miniature illustrano le poesie d’amore, altre ancora sono dedicate ai temi del gioco e del vino, con scene di bevute e di partite a scacchi, a dadi ecc.

Scritti perlopiù in lingua latina, ve ne sono, tuttavia, alcuni in tedesco e altri che possiamo definire misti, in cui le due lingue si uniscono. Si contano 315 testi poetici che affrontano le più svariate tematiche, tra cui: 

  • la satira sui vizi e la corruzione del clero
  • la fortuna (intesa appunto come fato)
  •  l’amore in ogni sua forma, in particolare quella sensuale.

Si trovano canti conviviali e, pensate un po’, canti che raccontano della vita scolastica. Infatti, sembra che alcuni canti siano stati scritti dai cosiddetti goliardi (o clerici vagantes), giovani che abbandonavano le loro case per frequentare le università e che spesso erano appartenenti agli ordini minori.  

Purtroppo, alcuni testi ci sono giunti senza la musica che li avrebbe dovuti accompagnare.

Come precedentemente citato, l’amore è uno dei temi dei Carmina Burana. Lo studente in questi canti instaura un rapporto con due tipi di donna: da un lato troviamo quella angelicata, irraggiungibile e platonica; dall’altro invece abbiamo la pastorella, donna più carnale e concreta. 

La prima la conosciamo bene: è la donna angelo dell’amor cortese che incontriamo nei poeti del Dolce Stil Novo, come Dante e Petrarca; mentre della seconda forse sappiamo meno. 

La pastorella, l’opposto letterario della donna angelo, che appartiene ad una classe inferiore e per questo motivo non può e non deve rifiutare le avances dell’uomo. Va però sottolineato che non in tutte le liriche riscontriamo un cedimento forzato, anzi in alcune notiamo un pizzico di autoironia. 

I Carmina Burana sono stati ripresi nel corso degli anni e una delle rielaborazioni più famose è quella di Carl Orff, scritta intorno al 1937. Il compositore tedesco optò per alcuni testi, decidendo di musicarli a suo piacimento: un esempio famoso è il carme O Fortuna, utilizzato ampiamente nelle pubblicità e nei film. 

Anche la musica rock, però, non si è risparmiata dall’usare e farsi ispirare da questi carmi: Vi segnaliamo la versione del gruppo folk metal tedesco Corvus Corax. La band ha dedicato un intero album ai Carmina Burana dal titolo Cantus Buranus (2005), offrendo una sua reinterpretazione dei testi medievali. 

Detto ciò, se non l’avete ancora fatto, vi consigliamo di ascoltare i Carmina Burana in tutte le loro versioni!

 

Eleonora Morante, Giulia Panzanelli

 

Per approfondire

MONTEVERDI ANGELO, Le fonti latine delle letterature romanze: Testi goliardici, Edizioni italiana, Roma 1947

VERTOVA LUISA, Canti goliardici medioevali scelti dai «Carmina Burana», testo a fronte, 2 voll., Edizioni Fussi, Firenze 1949-1952

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Written by : Redazione

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