Ho già avuto modo di parlarvi del rapporto che lega il Medioevo all’Opera Lirica, come nell’Ottocento le opere dei più importanti compositori abbiamo contribuito a plasmare la visione su questo periodo storico. Ovviamente c’è molto da dire su questo argomento e oggi riprendiamo le fila del discorso affrontando uno dei massimo compositori italiani: Giuseppe Verdi.
Sul compositore di Busseto ho già avuto modo di scrivere riguardo l’evoluzione dei suoi personaggi femminili legati al Medioevo ma ovviamente non mi posso fermare qua.
Pensate che su più di 30 opere scritte da Verdi almeno 10 sono ambientate nel Medioevo. Vi lascio qua un elenco: Oberto, Conte di San Bonifacio (1839), I Lombardi alla prima crociata (1843), I due Foscari (1844), Giovanna d’Arco (1845), Attila (1846), Jérusalem (1847, rifacimento de I Lombardi), La battaglia di Legnano (1849), Il trovatore (1853), Les vêpres siciliennes (1855), Simon Boccanegra (1857), Aroldo (1857).
Ma perché così tante opere che hanno per sfondo il Medioevo?
Ebbene Verdi e i suoi librettisti erano profondi conoscitori della letteratura loro contemporanea dalla quale si lasciano ispirare, da Shiller a Byron, passando per autori a noi poco noti, tutti i drammi teatrali, i romanzi ecc diventano fonti da cui trarre ispirazione per scrivere trame di opere liriche.
Lungi da me annoiarvi descrivendo una per una queste “opere medievali” vi parlerò delle più importanti e interessanti.
Iniziamo con I Lombardi alla prima crociata, il cui librettista fu Temistocle Solera, che narra le vicende d’amore e di guerra di una famiglia di cosiddetti lombardi alle prese con la prima crociata. L’opera è ispirata ad un poema in ottave I lombardi alla prima crociata di Tommaso Grossi, pubblicato nel 1826. Ci sono basi storiche riguardo questo avvenimento? Le prime notizie della partecipazione lombarda alla prima crociata ci vengono date da una cronaca contemporanea conosciuta come Hierosolymita redatta all’inizio del XII da un autore indicato con il nome di Ekkeardo d’Aura, successivamente Galvano Fiamma scrisse un nuovo resoconto di questi eventi nella prima metà del Trecento, testo ripreso anche da un anonimo nel Quattrocento. Queste le fonti ma nell’Opera lirica l’unica cosa che c’è di “storico” è la partecipazione dei lombardi alla crociata, il resto della trama è assolutamente inventato ma non per questo meno suggestivo.
Prossima opera è I due Foscari su libretto di Francesco Maria Piave e che ha come antecedente letterario una prestigiosa tragedia di Lord Byron, The two Foscari: an historical tragedy, pubblicata nel dicembre 1821. I due drammi prendono ispirazione da fatti realmente accaduti. Francesco Foscari, Jacopo Foscari e Lucrezia Contarini sono personaggi realmente esistiti e il dramma che si è consumato nella loro vita è quello descritto dai due artisti. La loro vicenda si svolge nella Venezia della prima metà del Quattrocento: Francesco Foscari fu doge dal 1423 al 1457, sotto di lui i domini della città arrivarono a includere parte della Lombardia. Jacopo, suo unico figlio, fu esiliato una prima volta nel 1445 e successivamente nel 1450 con l’accusa di aver ucciso un parente di uno dei membri del Consiglio. Nel 1456, ancora in esilio, fu nuovamente accusato di intrattenere una corrispondenza con Francesco Sforza, subì nuovamente un processo e venne rinchiuso in carcere e dopo un anno morì. Il padre Francesco dopo quest’ultimo episodio fu invitato a dimettersi: nonostante l’età avanzata, l’uomo lottò per mantenere la sua carica, ma alla fine fu costretto a lasciare il dogato. Qua come vedete la storia non viene intaccata se non per aggiungere più pathos.
Ora passiamo a un’opera che ha una protagonista femminile, una donna del Medioevo che soprattutto in epoca romantica è stata oggetto di tante attenzioni: Giovanna d’Arco. Non è chiaro a quale dei tanti drammi teatrali si sia rifatto il librettista Solera, tra le sue fonti sicuramente vi è Die Jungfrau von Orleans (La Pulzella d’Orléans) di Friedrich Schiller. La trama dell’opera è completamente diversa dalla storia, anzi la storia della Pulzella è totalmente stravolta in nome di un patetismo che ben si addice alla lirica e per questo non dobbiamo stupirci. La storia serve sempre a far da sfondo al dramma umano.
Tra le opere più conosciute e che ancora oggi è rappresentata in tutti i teatri c’è sicuramente Il trovatore. Su libretto di Salvadore Cammarano, l’opera è ispirata a un dramma teatrale El trovdor dello spagnolo Antonio García Gutiérrez. La trama è piuttosto complessa, oltre ad essere nota. Cosa c’è di storico? La storia in sé non presenta fatti storici rimane comunque un affresco sulla Spagna del XV secolo e Manrico è appunto un trovatore, figura molto cara sia al pubblico dell’Ottocento che dei giorni nostri, e Verdi nella sua orchestrazione cerca in ogni modo di trasmettere l’ambientazione spagnola e gitana.
Les vêpres siciliennes su libretto di Eugène Scribe ha per oggetto proprio la rivolta nota come Vespri siciliani. In Italia a causa della censura la trama fu modificata e l’azione fu trasportata in Portogallo. Infatti ricordiamoci che siamo nel pieno delle guerre d’indipendenza italiane e Verdi non fu mai estraneo al sentimento patriottico. I fatti raccontati riprendono a grandi linee quelli realmente avvenuti, dall’opera lirica si evince che la rivolta era stata organizzata mentre sappiamo dalle fonti che iniziò in maniera spontanea. Ma tutto questo poco importa perché la rivolta dei Vespri siciliani era uno dei grandi miti dell’Ottocento letto in chiave patriottica, di liberazione dell’Italia dal giogo straniero.
Infine non mi resterebbe che parlarvi di La battaglia di Legnano, ma lo farò in un articolo a parte perché è proprio qui che il Medioevo e il patriottismo di Verdi s’incontrano e meritano una trattazione più approfondita.
Che conclusione dare a questo articolo? Un po’ come nei film odierni anche nell’Opera Lirica la Storia non è quasi mai rappresentata nella sua realtà effettiva ma è romanzata perché serve da sfondo al dramma umano, ricordate però che questo non è necessariamente un demerito!
Giulia Panzanelli x Operalife
Per approfondire:
BIANCONI LORENZO, Il teatro dell’opera in Italia, Il Mulino, Bologna 2013.
MELLACE RAFFAELE, Con moltissima passione. Ritratto di Giuseppe Verdi, Carocci editore, Roma 2013.
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