Quando si parla di saghe o cicli nati ed ambientati nel Medioevo, il più ricco è sicuramente il ciclo arturiano. Ballate e racconti prima, romanzi e opere teatrali poi sono nati sulla scia della materia di Bretagna.

A partire dagli inizi del XX secolo si è visto un moltiplicarsi di adattamenti fumettistici, cinematrografici e videoludici che hanno attinto a piene mani dalla saga di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, per raccontare le gesta di “nuovi” eroi che vissero a quel tempo.

Uno di questi è sicuramente Valiant. Nato nel 1937 come striscia a fumetti, Prince Valiant venne creato dal disegnatore e sceneggiatore Hal Foster, già famoso per l’adattamento fumettistico del personaggio di Tarzan e delle sue avventure.

Pubblicato dalla King Features Syndicate, il fumetto si contraddistingue da subito, raggiungendo in poco tempo la notorietà, che valse al creatore una serie di premi e riconoscimenti, culminati nell’ammissione di Foster alla Royal Society of Arts.

La sua creatura venne adattata diverse volte per il grande e piccolo schermo e divenne a sua volta fonte di ispirazione per altri autori, spesso omaggiata nelle loro opere.

Le gesta di Valiant partono dalla lontana Thule, di cui Valiant è principe in esilio e da cui, a seguito di una sommossae lui e la sua famiglia sono costretti a scappare. Fondano poi un nuovo, piccolo regno al largo delle coste britanniche.

Ben presto, il giovane si ritrova alla corte di Camelot come  scudiero  di Galvano, cavaliere della Tavola Rotonda, con cui vivrà diverse avventure. Stringe nel frattempo rapporti di amicizia con altri protagonisti del ciclo bretone, tra i quali lo stesso re Artù, Merlino e  Lancillotto.

Per la sua crescita come uomo e cavaliere, sono decisive l’amicizia e la rivalità con il principe Arn, con il quale combatterà contro i vichinghi e che gli regalerà la “spada che canta”, sorella di Exacalibur.

Nel frattempo, anche Valiant diventa cavaliere della Tavola Rotonda.

Si unisce a  Galvano  e Parsifal per combattere al fianco di Roma contro gli Unni. Inizia poi un viaggio per il mondo, dove incontra nuovi compagni e affronta nuove sfide. 

Dai Carpazi alla Terra Santa, dal Giappone al Nord America, le avventure del principe si snodano tra battaglie ed esplorazioni. Senza dimenticare i sentimenti.

Come in tutti i racconti cavallereschi, infatti, ser Valiant deve affrontare anche le sfide dell’amore, che si concludono nel matrimonio con la principessa Aleta. Avranno diversi figli, tra cui ricordiamo Arn, il suo primogenito, che seguirà poi le orme del padre, diventando il protagonista della storia.

Una caratteristica fondamentale del fumetto è la contrapposizione tra storicità e fantasia.

Foster aveva effettuato approfondite ricerche sul Medioevo e sul ciclo arturiano, cercando di rendere le sue illustrazioni abbastanza coerenti con la realtà storica. Ma ha anche inserito elementi fantastici  nelle storie.

All’inizio del fumetto trovavamo, per esempio, maghi e streghe, come Merlino  o Morgana, e strani esseri delle paludi. Più andiamo avanti e più questi elementi vengono ridotti, per poi riapparire più avanti.

Ricordiamo poi l’abbondante uso di riferimenti a periodi storici che non c’entrano col Medioevo (anacronismi): i viaggi in America o l’uso da parte di alcuni personaggi di scoperte scientifiche e tecnologiche proprie del Rinascimento.

Prince Valiant, come detto sopra, ha dato origine a diverse opere derivate. Ricordiamo l’omonimo film del 1952, con James Mason e Robert Wagner, e una serie animata, arrivata anche in Italia nel 1993.

Una serie pregevole, anche se poco fedele alla storia originale, ma che contribuì a far avvicinare molti ragazzi al mito arturiano.

Dario Medaglia

Per approfondire:

KANE M. BRIAN, Hal Foster: Prince of Illustrators – Father of the Adventure Strip, Vanguard Productions, 2001.

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Written by : Redazione

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